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Cultura

Ma tu lo sai cosa sono i bisogni educativi speciali (BES)?

Alessia Lupino
5 minuti
Nessun commento
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Indice

  • I bisogni educativi speciali (BES)
  • Le quattro categorie di BES
    1. Disabilità
    2. Disturbi evolutivi specifici
    3. Disturbi legati a fattori socio-economici, linguistici e culturali
    4. Disturbi di altra entità
  • Perché è importante parlare di BES

I bisogni educativi speciali (BES)

Se hai appena scoperto il mondo dei bisogni educativi speciali è probabile al 99% che tu ti senta confuso dal linguaggio che pare quello di un programmatore informatico!

Se ora ti dicessi che addentrandoti nel sito di Cuori Leggeri troveresti sigle, acronimi e termini strani da decifrare, probabilmente ti verrebbe voglia di scappare a gambe levate, ma non temere: lo scopo di questo articolo è proprio quello di iniziare a fare un po’ di chiarezza!

La definizione di BES (bisogni educativi speciali)
viene utilizzata quando un bambino o un ragazzo incontra degli ostacoli sul suo cammino educativo
e di apprendimento scolastico, e necessita di un percorso personalizzato per superare tali difficoltà.

E qui viene il bello: il significato di BES è intenzionalmente ampio. Perché?

Perché la vita ogni tanto è complicata, e lo sappiamo tutti! Le difficoltà di apprendimento possono nascere per milioni di ragioni diverse: da condizioni neurobiologiche a situazioni familiari temporanee, da disabilità permanenti a momenti di crisi passeggere.

Prova a pensare ai bisogni educativi speciali come ad un ombrello gigante sotto cui si riparano una varietà incredibile di situazioni educative. È un po’ come quando diciamo “sono stanco”: potremmo esserlo perché abbiamo corso una maratona, perché non abbiamo dormito, perché siamo malati o semplicemente perché la riunione di condominio è durata tre ore. Sensazione simile, cause completamente diverse!

Come si può leggere sul sito ufficiale del MIUR, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, questo termine si riferisce infatti ad una qualsiasi difficoltà che può presentarsi durante il percorso di crescita degli studenti, e la scuola è tenuta ad offrire un’adeguata risposta strategica.


Le quattro categorie di BES

Abbiamo appena visto che quando parliamo di BES ci riferiamo ad un mondo ampio e variegato, ma se volessimo essere più specifici e arrivare al succo della questione, quali sono le categorie in cui vengono raggruppati?

In Italia, la normativa ha organizzato questa suddivisione in tre categorie differenti di bisogni educativi speciali, che è utile conoscere…io però ve ne aggiungo una quarta bonus!

1. Disabilità

Qui rientrano gli studenti con disabilità fisiche, sensoriali, intellettive e/o psichiche, inclusi i disturbi dello spettro autistico oppure i disturbi pervasivi dello sviluppo; la diagnosi deve avvenire attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), con specifico riferimento alla certificazione rilasciata ai sensi della Legge 104/92.

Tali studenti hanno diritto al sostegno scolastico e alla stesura di un piano educativo individualizzato (PEI) in grado di individuare i punti di forza di ciascuno e lavorare al meglio nel raggiungimento di obiettivi scolartici, sociali e relazionali.

2. Disturbi evolutivi specifici

In questa categoria trovano posto gli studenti con DSA (disturbi specifici di apprendimento come dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia), con ADHD (deficit di attenzione e/o iperattività) oppure gli studenti che presentano altri deficit specifici, come ad esempio i disturbi specifici del linguaggio o delle abilità non verbali.

La certificazione può essere formulata dal Servizio Sanitario Nazionale oppure da specialisti privati, e gli studenti sono tutelati dalla Legge 170/2010 e dal DM 12 luglio 2011.

Trattandosi di disturbi che coinvolgono una o più abilità specifiche, senza interessare o compromettere il funzionamento intellettivo generale, per questi studenti non è previsto il sostegno scolastico, ma è necessario redigere un piano didattico personalizzato (PDP).

3. Disturbi legati a fattori socio-economici, linguistici, culturali

Facciamo un passo indietro: ti ricordi quando parlavo di BES come di un ombrello gigante sotto cui trovano riparo diversi bisogni educativi? Eccoci qui! In questa categoria trovano posto anche quegli studenti che presentano delle situazioni sociali o economiche svantaggiate, che provengono da culture diverse, che ancora non padroneggiano la lingua italiana oppure che stanno attraversando situazioni familiari complesse come adozioni o affidi.

In questo caso non serve ottenere una particolare certificazione, ma le difficoltà devono essere messe in luce dalla famiglia, dal corpo docenti della scuola, oppure segnalate dai servizi sociali.
Come descritto nel DM 27/12/12 e nella CM 8/2013, non è previsto l’affiancamento dell’insegnante di sostegno, ma la scuola può decidere se redigere o meno un piano didattico personalizzato (PDP).

4. Disturbi di altra entità

Parliamo ora della categoria bonus! Qui rientrano le difficoltà rilevate in ambito clinico ma che non sono specificatamente riportate all’interno dalla direttiva ministeriale.

Provo a farla semplice, e ad elencare alcune tipologie di disturbi che potremmo incontrare:

  • Disturbi aspecifici dell’apprendimento (DAA), differenti dai disturbi evolutivi specifici perché in questo caso le difficoltà possono essere riscontrate in tutte le aree cerebrali;
  • Disturbi psicopatologici, in cui rientrano i disturbi dell’umore o dell’ansia, oppure traumi psicologici;
  • Alto potenziale cognitivo, caratterizzati da un QI superiore alla media e capacità di apprendimento molto sviluppate rispetto all’età e al livello di scolarità. Solo in tempi recenti la Nota Ministeriale 562/2019 ha inserito gli studenti con alto potenziale cognitivo all’interno dei BES.

Così come per i disturbi legati a fattori socio-economici, linguistici, culturali, non è prevista la figura dell’insegnante di sostegno e deve essere valutata la stesura di un piano didattico personalizzato (PDP).


Perché è importante parlare di BES?

Se tutte queste informazioni non ti sono ancora uscite dalle orecchie beh, complimentoni!

Abbiamo messo tanta carne al fuoco, però era necessario per iniziare a costruire un vocabolario comune che ritroverai spesso all’interno di Cuori Leggeri.

Spesso i paroloni e i termini tecnici rischiano di farci sentire un po’ spaesati. Quello che voglio dirti è che tutto questo non fa altro che raccontarci la bellissima storia delle nostre diversità, dimostrando che ognuno di noi apprende in maniera unica, che si approccia al mondo differentemente da qualsiasi altra persona e che per questo ha il diritto di essere educato e accudito in maniera personalizzata!

Se ti senti sopraffatto, sappi che è del tutto normale e legittimo.

Nessuno ti insegna a fare il genitore, e men che meno a gestire i bisogni educativi speciali dei tuoi figli! Proprio per questo ho deciso di creare Cuori Leggeri, uno spazio di confronto e di crescita che nasce per tutti quei genitori che vogliono comprendere meglio i propri figli e aiutarli ad affrontare le sfide della vita di tutti i giorni.

Durante i percorsi di formazione approfondiamo infatti come i bisogni educativi specifici di ognuno (e in primis i nostri bisogni), possono essere accolti e soddisfatti grazie a strategie semplici e divertenti, che ci aiutano a supportare lo sviluppo, l’educazione e l’apprendimento di tutti!

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