Indice
- Cos’è il cooperative learning
- I benefici del Cooperative Learning
- Il Cooperative Learning come alleato nei BES
- Nuove prospettive per il futuro
Oggi partiamo con il botto e sfatiamo subito il mito che mettere insieme quattro bambini attorno a un tavolo con un compito comune significhi automaticamente fare cooperative learning…sarebbe come gettare farina, uova e zucchero in una ciotola e aspettarsi che si trasformino magicamente in una torta. Senza la ricetta giusta e senza strumenti, il risultato rischia di essere…diciamo “interessante”, ma lontano dalle aspettative (e in questo caso anche da mal di pancia assicurato)!
Nel mondo dell’educazione, la differenza tra un semplice lavoro di gruppo e il cooperative learning è esattamente questa: uno è una raccolta casuale di ingredienti, l’altro è una ricetta collaudata che, se seguita con attenzione, porta a risultati davvero sorprendenti.
In questo articolo scopriremo cosa rende questa metodologia così potente e particolarmente efficace, anche quando dobbiamo confrontarci con i diversi bisogni educativi speciali (BES) dei nostri bambini, e cosa possiamo fare insieme per rendere ogni aspetto della quotidianità familiare un’opportunità di crescita e inclusione.
Cos’è il cooperative learning
Ecco il momento tanto agognato dello spiegane teorico: il cooperative learning è una metodologia educativa strutturata che prevede di far collaborare un gruppo di persone, con lo scopo di raggiungere un obiettivo didattico comune; questo avviene quando ad ogni partecipante viene assegnato un ruolo preciso e la responsabilità non solo del proprio apprendimento, ma anche di quello degli altri membri del gruppo.
Il vero potere di questa metodologia didattica risiede nella sua capacità di creare un ambiente dove tutti possono contribuire con le proprie forze e trovare supporto nelle proprie debolezze. È come una squadra di supereroi dove ognuno ha un potere diverso, ma insieme diventano imbattibili!
I benefici del cooperative learning
Se applicato correttamente, in classe, in famiglia e nella vita di tutti i giorni, il cooperative learning ci aiuta tantissimo a sostenere e migliorare le competenze sociali dei nostri bambini, che imparano a negoziare, a risolvere conflitti, ad ascoltare punti di vista diversi: immaginate di remare tutti sulla stessa barca…o si va avanti insieme, o si resta fermi!
Permette anche di potenziare le capacità cognitive; quando un bambino deve spiegare un concetto a un compagno, lo elabora, lo riorganizza, lo interiorizza molto più profondamente. Come mi diceva sempre la mia nonna: «non si impara mai così bene come quando si insegna».
Un altro beneficio di questo metodo educativo riguarda l’autostima e la motivazione. Nel gruppo cooperativo, ogni contributo è fondamentale: l’apprendimento diventa un’avventura condivisa anziché un percorso solitario, e permette quindi al singolo di sentirsi valorizzato e speciale.
Non meno importante è lo sviluppo dell’autovalutazione e del pensiero critico. Confrontarsi con diverse prospettive invoglia infatti i bambini a valutare, analizzare, argomentare…è una palestra per la mente che li prepara alle sfide cognitive sempre più complesse che affronteranno crescendo.
Il cooperative learning come alleato nei BES
Se per tutti i bambini il cooperative learning porta benefici significativi, per i bambini con bisogni educativi speciali può rappresentare una vera e propria rivoluzione!
Proverò a fare degli esempi semplici e concreti, devi però tenere a mente che si tratta comunque di generalizzazioni, che non sempre corrispondono alla realtà e all’eterogeneità delle situazioni: ogni persona è unica, e unico deve essere l’approccio educativo da utilizzare, per questo la prima cosa che facciamo insieme prima di iniziare un PERCORSO DI FORMAZIONE PER FAMIGLIE è una lunga chiacchierata per conoscerci a fondo, stabilire gli obiettivi a breve e lungo termine e analizzare cosa possiamo fare per raggiungerli e coltivare il vostro benessere familiare.
Per un soggetto con DSA (disturbo specifico dell’apprendimento) lavorare in un gruppo cooperativo significa poter mettere in campo i propri punti di forza, compensando le aree di difficoltà. Ad esempio, un bambino con dislessia potrebbe eccellere nell’elaborazione visiva o nel ragionamento, mentre riceve supporto nella lettura da un compagno di gruppo.
I bambini/ragazzi con ADHD solitamente trovano nel cooperative learning una struttura che li aiuta a mantenere l’attenzione, grazie ai compiti chiari, ai tempi definiti e alla responsabilità verso il gruppo. La natura attiva e dinamica del lavoro cooperativo risponde perfettamente al loro bisogno di movimento e stimolazione, inoltre il fatto di trovarsi in mezzo ad un gruppo di persone che si impegnano e studiano, leggono e lavorano insieme, costituisce un’ottima opportunità di body doubling, ovvero di raddoppiamento corporeo.
Per i bambini nello spettro autistico dobbiamo fare un discorso un pochino più complesso, perché se è vero che questo metodo può rappresentare un contesto strutturato per sperimentare l’interazione sociale, con regole chiare e ruoli definiti che riducono l’ansia legata all’imprevedibilità delle relazioni, è anche vero che per alcuni soggetti l’interazione “forzata”, il contatto visivo e la necessità di confronto verbale potrebbero rappresentare un’ostacolo generatore di disagio, sovra-stimolazione sensoriale e inadeguatezza.
Per questo la prima regola per impostare il cooperative learning in maniera efficace è quella di prestare attenzione durante la creazione del gruppo, accertandosi che vengano rispettati i bisogni di ciascuno e che vengano seguiti i principi di eterogeneità, garantendo la creazione di un ambiente equilibrato, stimolante e di modelli positivi di comportamento.
L’inclusività del cooperative learning sta nella sua capacità di valorizzare la diversità come risorsa. In un gruppo cooperativo, le differenze non sono ostacoli da superare, ma opportunità per arricchire l’esperienza di tutti! Proprio per questo (e semplificando di molto), il bambino che pensa in maniera divergente può diventare il generatore di idee creative, quello meticoloso e impostato diventa il custode della precisione e delle tempistiche, mentre quello estroverso e un po’ casinaro tiene alto l’entusiasmo e guida il gruppo durante l’esposizione davanti alla classe.
Utilizzando questa modalità di lavoro si riduce significativamente il rischio di isolamento sociale e si migliora il benessere emotivo di tutti i bambini, mentre la soddisfazione di contribuire attivamente al successo del gruppo porta alla costruzione di un’immagine di sé positiva e competente.
Nuove prospettive per il futuro
Quindi, ricapitolando: il cooperative learning è una metodologia di apprendimento che dovrebbe essere alla base del nostro sistema scolastico perché noi impariamo meglio quando ci sentiamo ingaggiati e responsabilizzati, quando possiamo mettere in gioco le nostre abilità e quando ci sentiamo supportati, per questo il lavoro in gruppo batte 10-0 il lavoro individuale statico.
Se però, caro genitore, pensi di essertela scampata perché sei convinto che il cooperative learning possa essere attuato solamente tra i banchi di scuola, ti sbagli di grosso!
Ti lascio qui il link per leggere il PROSSIMO ARTICOLO dal titolo «cooperative learning: attività pratiche per trasformare la routine familiare» che ti aiuterà ad introdurre questo approccio nella tua quotidianità, fornendoti spunti ed esempi pratici da seguire!