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Equilibrio

Nutrizione e neurodiversitá: quando un’alimentazione naturale sembra impossibile

Alessia Lupino
7 minuti
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Indice

  • L’approccio graduale: piccoli passi verso grandi cambiamenti
  • Empatia, pazienza e piccole vittorie
  • Una storia di successo dai percorsi di formazione per famiglie

«Si Alessia, ma hai mai provato a far mangiare un finocchio crudo ad un bambino autistico con ipersensibilità sensoriale dopo una lunga giornata di lavoro? Impresa titanica!» 

Come professionista che lavora quotidianamente con genitori di bambini con disturbi del neurosviluppo (specialmente bambini nello spettro autistico con una fortissima sensibilità e selettività alimentare), questa è una delle domande che mi è stata rivolta nei giorni scorsi.
Ho deciso quindi di prendere la palla al balzo, e di affrontare insieme questa tematica!

Partiamo subito dicendo che un’alimentazione ricca di cibi naturali non processati sarebbe l’ideale per supportare lo sviluppo neurologico e il benessere generale. Capitan ovvio, vero?

D’altro canto però non possiamo fare a meno di considerare che quando ci scontriamo con la realtà, ci sono alcuni bambini che mangiano solo cinque cibi, tutti dello stesso colore!

E così ogni volta che andiamo a prendere il bambino a scuola, i maestri ci informano preoccupati che non ha mangiato nulla in mensa, che si traduce in noi preoccupati che torniamo a casa e prepariamo una cena che sappiamo mangerà, giusto per dargli due energie e fargli riempire il pancino.

Magari ci abbiamo provato mille volte ma nulla…il pinzimonio di verdure crude non s’ha da fare, e tantomeno la frutta che proviamo a rifilargli a merenda, nemmeno quando ben nascosta nei pancakes alla banana oppure spalmata su una bella fetta di pane tostato.

Cosa possiamo fare allora, quando le speranze sono finite tutte nel cestino (insieme ai pancakes mollicci) e non sappiamo più dove sbattere la testa?

In questo articolo proverò a condividere con te una prospettiva più rassicurante: il percorso verso un’alimentazione più naturale è possibile anche in presenza di neurodiversità ma «allerta spoiler» richiede comprensione, creatività e soprattutto…pazienza!


L’approccio graduale: piccoli passi verso grandi cambiamenti

Se ti è capitato di leggere qualche altro articolo di Cuori Leggeri, avrai certamente capito che ogni occasione è buona per me per ribadire che ogni persona, in quanto entità unica e splendidamente irripetibile, richiede un approccio specifico. Questa regola generale e universale «che è come il nero e sta bene su tutto» deve essere applicata anche per affrontare questa tematica.

Ogni bambino agisce e reagisce in maniera totalmente unica, e per questo ha bisogno di essere seguito in modo speciale e personalizzato. Ciò detto, la seconda regola universale è che, indipendentemente dalla specifica neurodivergenza, un approccio graduale è sempre il più efficace. Nella filosofia di un’alimentazione naturale che guida il mio lavoro, la transizione verso un’alimentazione più sana non dovrebbe mai essere traumatica o forzata.

Per questo ho deciso di condividere il metodo che utilizzo come base di partenza per impostare un’alimentazione più aperta e consapevole durante i PERCORSI DI FORMAZIONE PER FAMIGLIE.

Fase 1: Osservare in silenzio, come dei veri ninja (1-2 settimane)

  • Presta attenzione a cosa mangia il bambino, in quali quantità e in quali circostanze.
  • Identifica eventuali pattern sensoriali: preferisce cibi croccanti? Morbidi? Di un certo colore? Poi osserva se ci sono dei rituali che compie ripetutamente prima/durante/dopo il pasto.
  • Nota quali alimenti mancano completamente dalla dieta attuale.
    In questa fase non è assolutamente necessario commentare o far notare il risultato delle nostre ricerche al bambino. Devi davvero essere come un ninja, che quatto quatto sbircia senza farsi troppo sentire e vedere: sii curioso e osserva senza giudizi!

Fase 2: Migliorare i cibi preferiti (2-4 settimane)

  • Non eliminare subito gli alimenti preferiti e che costituiscono un conforto per il tuo bambino, ma cerca versioni leggermente migliori (es. pane con meno additivi, yogurt senza zuccheri).
  • Prova ad arricchire gli alimenti accettati con nutrienti nascosti (es. frutta frullata nei dessert, verdure finemente tritate nella salsa). Questo non vuol dire farlo di nascosto oppure ingannare tuo figlio…anzi, in questa fase potrebbe essere interessante «giocare insieme» nella ricerca di nuove ricette, negli esperimenti di cucina a quattro, sei, dodici, venticinque mani!
    Non servono colpi alla Masterchef o abbinamenti stravaganti…anche farti aiutare a lavare il basilico da mettere sul sugo oppure girare la manovella della centrifuga per asciugare l’insalata può far sentire il bambino più incluso e coinvolto!

Fase 3: Il principio della similitudine (1-3 mesi)

  • Introduci nuovi alimenti che somigliano a quelli già accettati per aspetto, gusto o consistenza: ad esempio se il bambino mangia patatine, prova con carote croccanti tagliate a bastoncino.
  • In alcuni casi è fondamentale prestare attenzione alla texture e sviluppare un approccio graduale: se il bambino accetta solo cibi morbidi, inizia con frutta matura e verdure cotte, per poi passare gradualmente a consistenze più varie.
  • Il mio consiglio, quando si parla di introdurre nuovi alimenti, è quello di non offrire mai troppe opzioni, perché questo potrebbe sovraccaricare o confondere il bambino: presenta 2-3 alternative sane tra cui scegliere. Anche le quantità sono importanti, per questo ricorda di presentare ridotte quantità del nuovo alimento accanto a quello familiare. Non è importante far mangiare subito gli alimenti nuovi, ma far abituare il bambino al possibile cambiamento; pazienza e autocontrollo in questa fase devono diventare i tuoi due nuovi migliori amici!
  • Un ultimo aspetto che voglio sottolineare è l’importanza di mantenere la calma di fronte ai possibili rifiuti. Lo stress dei genitori viene percepito dai bambini, creando un ciclo negativo che rende i pasti momenti di tensione anziché di nutrimento e connessione.
    Facile a dirsi, difficile a farsi! Ecco perché ho scritto Rituali di connessione: come trasformare i pasti in momenti di calma e piacere, un articolo ricco di strategie che ci possono aiutare per gestire il momento (talvolta infernale) dei pasti in famiglia!

Fase 4: Aggiungere più alimenti, gradualmente (3-6 mesi e oltre)

  • Amplia lentamente la varietà, e costruisci «ponti alimentari» verso cibi sempre più naturali e integrali. Potrebbe essere utile lasciare che il bambino partecipi alla pianificazione dei menu, alla spesa e alla preparazione dei pasti.
  • Specialmente in alcuni casi (come in presenza di un DOP, Disturbo Oppositivo Provocatorio) più il genitore insiste, più è probabile che il bambino si opponga. Per questo devi riuscire a creare un ambiente rilassato dove il cibo è disponibile ma non forzato.
  • In questa fase è fondamentale celebrare ogni piccola vittoria e dare feedback positivi rispetto agli atteggiamenti dimostrati! Quando il bambino fa scelte alimentari sane, è molto utile osservare e rafforzare tale scelta, dicendo «wow, hai scelto qualcosa di nutriente!» oppure «hai provato un po’ di insalata, che scelta salutare!».
    Limitarsi ad osservare e valorizzare le scelte sane, senza riportare un giudizio netto legato a bravo/cattivo, bene/male, giusto/sbagliato aiuta moltissimo a far concentrare il bambino sugli atteggiamenti che lo aiutano a stare bene.
    Nel caso in cui te lo fossi perso, ti consiglio di leggere l’articolo Come, quando, perché dare un feedback positivo ai tuoi figli: una pratica che li aiuta moltissimo nella loro crescita

Empatia, pazienza e piccole vittorie

Non ci sono scorciatoie e non c’è un metodo veloce per farlo (ahimè).

Il percorso verso un’alimentazione più naturale per bambini neurodiversi è una maratona, non uno sprint, e richiede empatia (verso il bambino e verso voi stessi come genitori), pazienza e la capacità di celebrare anche i più piccoli progressi!

I percorsi di formazione di cui mi occupo, nascono dalla richiesta dei genitori stessi di costruire nel tempo un percorso capace di analizzare le necessità specifiche di ogni membro della famiglia, e in questo caso di creare piani nutrizionali personalizzati che rispettino le sensibilità uniche di ogni bambino mentre vengono guidati verso scelte più naturali e nutrienti.

Ricorda che il tuo bambino non è “capriccioso” o “difficile” ma sta facendo del suo meglio per navigare un mondo sensoriale che spesso risulta travolgente; così come tu non sei un genitori inadeguato per aver faticato con l’alimentazione…stai semplicemente affrontando una sfida reale che richiede strategie specifiche, sulle quali possiamo lavorare insieme!


Una storia di successo dai percorsi per famiglie

Voglio concludere con la storia di Matteo, un bimbo di 9 anni con disturbi dello spettro autistico e una forte difficoltà di integrazione sensoriale, che fino a pochi mesi fa mangiava esclusivamente cinque alimenti, tutti processati e prevalentemente di colore bianco (pane, riso, pasta, patate, cavolfiore).

La famiglia ha partecipato al PERCORSO DI FORMAZIONE insieme a me, e settimana dopo settimana abbiamo implementato un piano personalizzato che includeva:

  • Sessioni di gioco sensoriale con il cibo (senza obbligo di assaggio)
  • Introduzione di un “piatto dell’esplorazione” con quantità minuscole di nuovi cibi
  • Coinvolgimento di Matteo nella coltivazione di erbe aromatiche
  • Creazione di routine visive per la preparazione dei pasti
  • Tecniche di respirazione e centratura prima di mangiare

Già dopo qualche giorno, Matteo aveva aggiunto alla sua dieta carote crude (il suo primo vegetale!), mele tagliate in un certo modo e pane integrale fatto in casa. Non si tratta ancora di un’alimentazione completamente naturale, ma rappresenta un enorme progresso rispetto alla situazione iniziale, che lentamente (ma efficacemente) sta agendo sulla composizione del suo microbiota intestinale, riducendo l’infiammazione sistemica del corpo e attenuando la sua sintomatologia legata all’autismo.

Condivido qui la riflessione della mamma di Matteo, che racchiude perfettamente il nostro intento quando parliamo di alimentazione: «Ho capito che l’obiettivo non è avere un bambino che mangia tutto subito, ma un bambino che ha un rapporto sereno con il cibo e che gradualmente amplia i suoi orizzonti».

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Chi sono? Una formatrice solare e dinamica, una sognatrice instancabile con una passione per le cose pratiche. Appassionata di giardinaggio, trekking in montagna e torta di mele!

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