Indice
- Il collegamento dimenticato: intestino e cervello
- La congiura del silenzio: perché nessuno parla dell’asse intestino-cervello
1. La compartimentazione della conoscenza
2. La formazione frammentaria e approssimativa
3. La cultura delle soluzioni rapide
Caro genitore, se sei approdato su questo articolo vuol dire che stai iniziando anche tu a studiare il meraviglioso mondo che si cela nel nostro intestino, e a capire l’importanza fondamentale che ricopre nella costruzione del nostro benessere fisico, psichico ed emotivo.
Eppure non ti sembra che qualcuno ne abbia fatto parola prima…niente ai convegni sull’educazione a cui hai partecipato, nulla alle riunioni con gli insegnanti; non ne parlano i duecento milioni di libri su concepimento, gravidanza e crescita dei figli, e persino durante le discussioni con il pediatra questo argomento rimane il grande assente.
La correlazione infatti tra microbiota intestinale e sviluppo fisiologico/neurologico non solamente esiste ed è profonda, ma è fondamentale e influenza il nostro stato di salute a 360gradi!
E quindi a noi non resta che domandarci…
Perché viene mantenuto un silenzio assordante su una connessione così potente?
Il collegamento dimenticato: intestino e cervello
Prima di tuffarci a capofitto in questo mistero, facciamo un piccolo passo indietro per comprendere di cosa stiamo parlando. Permettimi quindi di fare un breve preambolo per i non (ancora) esperti:
Partiamo col dire che l’asse intestino-cervello non è una teoria new age ma una realtà scientifica consolidata: il nostro intestino oltre ad occuparsi dell’assimilazione dei nutrienti e dell’eliminazione degli scarti metabolici, produce moltissimi neurotrasmettitori e altre sostanze che influenzano direttamente il nostro cervello. Tutto questo è possibile grazie all’azione del microbiota intestinale, che ospita su per giù 100 trilioni di microrganismi.
Quando l’ecosistema intestinale si trova in eubiosi, ovvero in uno stato di equilibrio, i benefici si riflettono su tutto l’organismo, cervello compreso. Quando invece è in disequilibrio, si manifesta uno stato di disbiosi intestinale, ovvero di sbilanciamento tra i microorganismi presenti.
La congiura del silenzio: perché nessuno parla dell’asse intestino-cervello
Dopo anni di ricerche e lavoro sul campo, ho iniziato a pormi delle domande e ho provato ad identificare le ragioni chiave per cui questa connessione viene sistematicamente ignorata.
Quella che segue è quindi una riflessione personale, ti invito a leggerla con occhio critico ma con mente aperta, e ti aspetto poi nei commenti per capire se possiamo arricchire i nostri pensieri a vicenda!
1. La compartimentazione della conoscenza
Ogni volta che penso al nostro sistema medico e sanitario, me lo immagino come un condominio dove i vicini non si salutano mai: ogni specialista si rintana nel suo appartamento e raramente si affaccia sul pianerottolo per chiacchierare con gli altri…pensa a quante volte ti sei trovato a raccontare la stessa storia a specialisti diversi, ognuno dei quali ti ha dato un pezzetto di soluzione, lasciandoti poi il compito di assemblarli tutti.
L’organismo umano però è un sistema integrato, e per guarire richiede un approccio sistemico, ossia capace di tenere conto di tutti gli aspetti della vita. Ad esempio, quando un bambino ha difficoltà di concentrazione a scuola, questo potrebbe essere collegato a ciò che mangia a colazione, alla qualità del suo sonno, all’equilibrio del suo microbiota intestinale, al suo stato emotivo e a decine di altri fattori che interagiscono tra loro.
Per questo, affidarsi a qualcuno in grado di fare un passo indietro e vedere il quadro generale è fondamentale per risalire alla radice del problema e ristabilire un equilibrio fisico, mentale ed emotivo!
2. La formazione frammentaria e approssimativa
Oltre ad una generale mancanza di comunicazione tra professionisti, il secondo problema è da ricercare nelle modalità di formazione accademica a cui noi tutti siamo destinati.
Le nostre conoscenze sono di fatto legate a programmi di studio prestabiliti, che non sempre riescono a dare il giusto rilievo alla vastità delle nozioni e delle competenze che dovrebbero essere acquisite durante il percorso di formazione; senza contare che le stesse università faticano tremendamente ad aggiornare i programmi con la velocità con cui avanza la ricerca scientifica, tanto che dalla scoperta di un nuovo principio alla sua inclusione nei manuali possono passare anche diversi anni.
Per fare un esempio, fino a tempi molto recenti nelle specializzazioni di neurologia e gastroenterologia l’asse intestino-cervello era appena un’intuizione, non una realtà scientificamente provata, e persino adesso se ne parla scarsamente e in maniera approssimativa, tenendo conto dell’implicazione che tale scoperta ha sul benessere di tutti noi!
Non fraintendermi, questo vale per tutti i campi di studio (senza esclusione di colpi) e non è mia intenzione essere feroce contro il mondo medico, ma si tratta di una oggettività da valutare e tenere presente quando siamo alla ricerca di una persona alla quale affidare il nostro stato di salute.
Ricordiamoci quindi di considerare ogni professionista anche in relazione al suo livello di aggiornamento, curiosità e approfondimento del proprio campo di ricerca!
3. La cultura delle soluzioni rapide
Viviamo nell’era dell’immediatezza. Amazon ci consegna pacchi in giornata, Netflix ci propone film diversi ogni giorno, e i social media ci offrono video da scrollare no stop in qualsiasi momento.
Tutto questo, anche se talvolta inconsciamente, ci ha catapultati nell’era del tutto subito, della soluzione istantanea, e quando qualcuno prova a proporre un percorso di guarigione lento, graduale e che richiede impegno costante, ci passa per la testa una solo pensiero: «che palle! ma chi me lo fa fare?»
Diciamoci la verità: se ci svegliamo al mattino col mal di testa, quale soluzione sembra più praticabile?
a) Assumere un farmaco che promette di far passare tutto in pochi secondi, oppure
b) Intraprendere un percorso di riequilibrio intestinale che richiede settimane o mesi, con cambiamenti nella dieta, nell’ambiente domestico e persino nelle abitudini quotidiane, che ci permetterà di prevenire che si verifichi il prossimo mal di testa?
La maggior parte del sistema scolastico e sanitario propenderà per la prima opzione, non perché sia migliore ma perché offre risultati visibili in tempi rapidi e richiede meno risorse, responsabilità e coinvolgimento da parte di tutti! È come preferire un fast food a una cena a casa cucinata da zero: sappiamo che la seconda opzione è più sana e nutriente, ma rischiamo di scegliere il panino del Mc Donald’s perché ci viene venduto come comodo e veloce…da zero sbattimenti!
Prima abbiamo fatto l’esempio del mal di testa, ma lo stesso discorso vale per tutto il resto…dalle esplosioni di rabbia incontrollata all’iperattività di una diagnosi ADHD. Questa mentalità della soluzione rapida pervade ogni aspetto della nostra società. I genitori stessi, spesso sopraffatti da mille impegni e pressioni sociali, possono trovarsi a preferire queste soluzioni anche quando intuiscono che potrebbero non essere le migliori per i loro figli nel lungo periodo.
La verità è che non esistono scorciatoie per stare meglio, quindi allaccia le cinture e preparati a volare via da chi ti promette una trasformazione nel genitore dell’anno con una masterclass di due ore o ti vuole vendere una guida miracolosa in pdf da stampare di nascosto in ufficio (quando nessuno guarda). Non si può fare. Ripeto…purtroppo, non si può fare.
Ecco perché i PERCORSI DI FORMAZIONE che propongo vengono creati su misura per la singola famiglia solamente dopo aver conosciuto i bisogni e le necessità specifiche dei genitori e dei bambini/ragazzi con disturbi del neurosviluppo. Durante ogni appuntamento ci concentreremo su un aspetto specifico e parleremo di comunicazione, benessere fisico, alimentazione, gestione delle emozioni, educazione e metodologie di apprendimento, così da riuscire a dare a tutta la famiglia moltissimi consigli pratici per lavorare su due aspetti fondamentali:
– Il benessere fisico e mentale di tutti, grandi e piccini
– L’equilibrio emotivo e relazionale dell’intero nucleo familiare
Se desideri approfondire questo argomento ti consiglio di leggere LA SECONDA PARTE DI QUESTO ARTICOLO altrimenti per iniziare un percorso insieme puoi prenotare una chiamata gratuita!
Non vedo l’ora di conoscere te e la tua famiglia!